Dalla Cina con sapore

Continuano le ricerche del piccolo Paolo, dopo tre giorni dalla sua scomparsa. I genitori, disperati, si appellano alla popolazione per un’indagine sul campo.

 

Così recita l’incipit della notizia di cronaca nera che ha catturato la mia attenzione, su La Repubblica di Napoli, mentre sono seduto al solito tavolino del bar sotto casa. 

Mentre cercavo di leggere i dettagli della notizia, ecco che la mia concentrazione viene distolta da un’onda anomala di persone dall’idioma familiare

 

Sergio, è tutto confermato per stasera…Sergio mi passi a prendere tu, vero?…Sergio, che bello questo portatessere, me lo regali? 

 

Decine di voci si accavallavano ed erano accomunate dalla pronuncia del mio nome. Decido di ignorare tutte le domande, tranne una che era risuonata nella mia testa in maniera veemente:

– No, Gianni. Questo portatessere è la comodità in persona: piccolo e pratico.

– Va beh, mica ti ho chiesto di darmelo con le carte di credito comprese?! (ridacchia)

Soprassiedo alla battuta infelice e chiudo il giornale, oggetto ormai inutile fra le mie mani.

– Quindi stasera ci sei? – Mi chiede Laura, con un tono petulante. È evidente che mi avrà posto tale domanda più volte, ma solo adesso le sto prestando attenzione.

– Dai, Sergio, non farti pregare. Si è aperto un nuovo ristorante di cucina etnica proprio qui vicino!

– Ma non si era detto sushi? – Ribatte Andrea.

– Oddio, vuoi che faccia una notte insonne con il wc come migliore amico?! – Risponde Stefania – Ma una semplice pizza? 

– Noooo – Urla il coro spazientito.

– Trattoria da Nonna Rosa, non delude mai! – Interviene orgoglioso Mattia.

– Ma per favore, evito anche solo di passarci per il disgusto che provo dall’odore proveniente dall’interno! – Il commento perentorio di Tatiana, celebre per il suo atteggiamento nobile, il palato fine e…il gusto orribile dell’abbigliamento, oggi esaltato dalla scelta di un boa piumato viola su un vestito corto, color giallo paglierino: incommentabile!

– Brava, ottima idea, ho proprio voglia di odori caratteristici: cinese! – Ecco la mia chiosa, risoluzione definitiva ad una disputa infinita.

Con l’appoggio dell’atteggiamento divertito di tutti all’espressione di ribrezzo di Tatiana, la mia proposta viene accolta con un plebiscito! Tutti a China Town, in un ristorante dal nome sagace e accattivante: Dalla Cina con…sapore!

 

Un tavolo per sette. L’ordinazione è a nome di Sergio V.

 

In questo modo esordisce Mattia al nostro ingresso trionfale nella meta orientale. Veniamo accompagnati al tavolo dalla cameriera vestita in abiti tipici, ma dall’aspetto decisamente europeo. Il vortice di odori ci ha pervaso fin dall’entrata, e accompagnati da questi ordiniamo cibo in quantità industriale: cominciamo dagli immancabili involtini primavera, passando per gli spaghetti di riso, i ravioli al vapore ma senza disdegnare di provare quelli alla griglia; riso alla cantonese e nuvole di drago, anatra alla pechinese e gamberi alla piastra; il tutto condito da salse autoctone e concluso da un gustoso gelato fritto. Non è tempo di pensare a diete varie: il peso forma ritornerà con una settimana di palestra e ricche insalatone. 

– …Capisci? Più di un sesto della popolazione mondiale è cinese! – Afferma Andrea nel bel mezzo di un dialogo statistico sulle civiltà della Terra.

– Per me sono tutti uguali – Commenta Tatiana con un giudizio ingenuamente e bonariamente razzista. E appena si rende conto della gaffe continua dicendo: – Magari anche loro ci vedono con lo stesso aspetto! 

(Risata generale)

– Sergio, tu ci sei mai stato in Cina? – Mi chiede Stefania.

La domanda mi lascia per qualche secondo interdetto, come se avesse acceso una spia luminosa in me, quasi a volermi dire ecco una buona idea per il prossimo viaggio.

– Allora? È così difficile come risposta? – Insiste Stefania.

Finalmente scosso, rientro in me e rispondo: – Conoscere culture così diverse dalla nostra ci arricchisce e ci rende più consapevoli di chi siamo e qual è il nostro ruolo in questo mondo, e il mio bagaglio è ancora troppo vuoto. Ci andrò domani!

Una reazione di stupore accomuna tutti i commensali, fino all’esclamazione di Gianni: 

– E allora un brindisi a te, caro Sergio, con l’augurio di arricchire anche i nostri bagagli con i tuoi racconti!

I calici in alto, beviamo alla conoscenza e poi abbandoniamo il luogo del convivio, verso il declino del giorno, in attesa di affrontare quella meravigliosa avventura che è la vita.

Post Correlati

Leave a comment