Ultima chiamata per il volo 727 direzione Pechino. I passeggeri sono pregati di recarsi al Gate 4 per il check-in.
Ecco, ci siamo. Questa attesa stava diventando snervante. Prendo il mio bagaglio a mano, la tracolla e mi avvio al Gate sopracitato. Pechino, sto arrivando!
Ho dormito poco stanotte; i miei pensieri si accavallavano, mi scuotevano, danzavano a ritmo di rumba e mi creavano un’agitazione tumultuosa. Per fortuna mi aspettano più di 15 ore di volo dove posso sicuramente riposare. Ho caricato il mio “bagaglio” di troppe aspettative, è necessario renderlo un po’ più leggero.
Ecco il mio posto, il 17-B, in barba alla scaramanzia.
La prima classe, specie per viaggi così lunghi, è una scelta d’obbligo: seggiolini comodi come quelle poltrone che si trovano nei grandi centri commerciali, messe lì per mera dimostrazione delle aziende che le producono, e sulle quali ti ci puoi sedere…sì, quelle che vibrano nella modalità “relax”; spazi larghi e personali, che ti permettono di allungarti e sgranchire le gambe a piacimento, invogliando il sonno in pochi minuti; ma soprattutto l’area ristoro, con un bar riservato e un ristorante ampiamente fornito di cucine da tutto il mondo.
Una volta posata la mia tracolla nell’apposita sezione dedicata ai bagagli a mano, mi siedo e mi preparo al decollo: sono ormai anni che viaggio in aereo, ma questo momento è sempre particolarmente difficile per me.
– Mi scusi, signorina. Quanto manca al decollo? – Chiedo impaziente all’hostess che sta sbrigando gli ultimi imbarchi.
– Presto, signore. Pazienti qualche minuto. – Mi dice prima di accennare un sorriso divertito, provato a nascondere con la mano in un tentativo fallimentare.
Sei carina, ma prenderti gioco di me in questo modo è proprio una cattiveria! – Penso mentre cerco di concentrarmi sull’imminente fatica psicologica che mi aspettava di lì a poco – Il Dott. Cardulli mi ha consigliato di tenere gli occhi chiusi, fare respiri profondi e concentrarmi su un’immagine familiare…ma come si fa con tutti questi rumori?!?
Mentre mi esercitavo in queste pratiche, si avvicina l’hostess a cui mi ero riferito e mi dice:
– Signore, si allacci la cintura…ci siamo! –
E a queste parole fa seguito un occhiolino di scherno. Io la guardo e sento crescere la mia immensa paura.
Allora ti sono proprio antipatico. E dillo apertamente che ti diverte vedermi soffrire. – Penso dopo aver allacciato nervosamente la cintura. Poi il momento fatidico dell’annuncio all’altoparlante: il mio volto è ormai una maschera di terrore imperlata di sudore. Ritorno ai miei esercizi, ma sono fin troppo frenetici per poter funzionare. Intanto dall’altoparlante si sente: Si avvisano i signori passeggeri che il volo 727 partirà a breve. Le condizioni climatiche non sono ottimali, il vento è contrario e i temporali frequenti. Vi consigliamo di prepararvi a diverse turbolenze. Grazie e buon volo!
Non potevano esserci parole peggiori per la mia condizione. Nemmeno il tempo di sentire i motori rullare, i miei occhi si chiudono e non ricordo più nulla per tutto il viaggio: nessuna turbolenza, niente assaggi di cucine varie, non so nemmeno com’era fatto il bar….ho la netta sensazione di essere svenuto!
L’atterraggio è stato dolce e…inavvertito.
La mia nuova avventura ha inizio.